La Cooperativa E.V.A., da 20 anni si occupa di prevenzione e contrasto della violenza maschile contro le donne e i bambini, gestendo 5 centri antiviolenza in Campania e 3 case rifugio e avviando percorsi ed interventi per il sostegno dell’autonomia delle donne in uscita da situazioni di violenza.
Contro la violenza, contro le mafie, contro il Covid19. Mascherine contro la violenza
Stakeholder: comunità
In un bene confiscato alla camorra a Casal di Principe (CE) nasce il laboratorio per produrre mascherine contro la violenza sulle donne, contro le mafie e contro il coronavirus. Un’iniziativa della Cooperativa Sociale E.V.A. in collaborazione con CO2 Crisis Opportunity Onlus, Associazione da Sud, Rete San Leucio Textile e Consorzio Agrorinasce. Il “restate a casa” durante la pandemia, per molte donne ha rappresentato l’inferno in terra, perché se già in condizioni normali è estremamente complicato liberarsi dalla violenza agita da mariti, compagni, padri, uomini dentro le mura domestiche, con le donne costrette nelle loro abitazioni, lo è stato ancora di più. Sono state settimane difficili per tutti, ma non bisogna dimenticare che ci sono zone del nostro Paese in cui le difficoltà diventano drammatiche: le diseguaglianze sociali durante i periodi di crisi si acuiscono. La Cooperativa E.V.A., da 20 anni si occupa di prevenzione e contrasto della violenza maschile contro le donne e i bambini, gestendo 5 centri antiviolenza in Campania e 3 case rifugio e avviando percorsi ed interventi per il sostegno dell’autonomia delle donne in uscita da situazioni di violenza. Dire no alla violenza è un’impresa è quello che caratterizza la Cooperativa E.V.A. che, già da anni, ha deciso di investire direttamente in interventi di inserimento lavorativo per l’autonomia economica delle donne realizzando prima “Le ghiottonerie di Casa Lorena”: un laboratorio di catering, di produzione di confetture e pasticceria e poi, in risposta all’emergenza sanitaria, attivando un laboratorio di sartoria per la produzione delle mascherine all’interno di un bene confiscato al clan dei Casalesi: “Mascherine contro la violenza”. Il progetto impiega 6 donne in uscita dalla violenza, produce mascherine di protezione individuale brandizzate con #mascherinecontrolaviolenza e fa di più: prevede la produzione e donazione di mascherine per le operatrici dei centri antiviolenza di tutt’Italia, per la quale è stata attivata una raccolta fondi sostenuta da tre generose testimonial d’eccezione come Luisa Ranieri, Geppi Cucciari e Malika Ayane. Il progetto ha ricevuto il plauso della Ministra per le pari opportunità Elena Bonetti. Le mascherine lavabili sono prodotte ai sensi dell’Art.16 comma 2 del dpcm17.03.2020 num.18 e quindi non è un DM dispositivo medico o un DPI-dispositivo di protezione individuale. Rappresenta invece ai sensi dello stesso dpcm un misura di protezione a favore dei lavoratori e della collettività.
Video #mascherinecontrolaviolenza
Rassegna stampa progetto
Mascherine contro la violenza