articolo di Rossella Sobrero
Agenda 2030: lo sviluppo sostenibile al centro
Nelle scorse settimane il Consiglio dei Ministri, su proposta di Paolo Gentiloni, ha condiviso la direttiva che affida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il coordinamento delle politiche economiche, sociali e ambientali idonee al raggiungimento, entro il 2030, degli obiettivi indicati nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), istituendo una apposita Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Negli ultimi anni, infatti, il documento che più di altri ha sottolineato l’urgenza del cambiamento è l’Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi da 193 Paesi membri dell’ONU. L’Agenda – che prevede 17 Obiettivi e 169 target (Sustainable Development Goals, SDGs) – mette lo sviluppo sostenibile al centro dell’attenzione di istituzioni, imprese, associazioni, singoli cittadini. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016 e dovrà guidare il mondo sulla strada da percorrere nei prossimi 15 anni: i Paesi che hanno sottoscritto il documento si sono infatti impegnati a raggiungere questi obiettivi entro il 2030.
Per farlo è necessario cambiare rapidamente stili di vita e di consumo, modificare il modo di produrre, ripensare l’attuale modello economico. Per esempio, riducendo gli sprechi, utilizzando energie rinnovabili, ottimizzando i processi produttivi, organizzando la logistica in chiave più sostenibile etc.
Molte imprese, in prevalenza grandi, si sono già mosse e hanno scelto di agganciare la propria strategia a uno o più dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile per agire in sintonia con un programma condiviso a livello internazionale.