L’intervista a Mario Calderini, Professore ordinario e docente di Social Innovation alla School of Management del Politecnico di Milano e Presidente del Comitato Scientifico della Social Innovation Academy di Fondazione Triulza, organizzazione che promuove il Social Innovation Campus che avrà luogo il 5 e 6 febbraio 2020. Nell’ambito della due giorni dedicata all’innovazione sociale e le tecnologie sostenibili, si terrà la 2° tappa del Giro d’Italia della CSR.
Quali sono gli obiettivi di questa prima edizione del Social Innovation Campus?
MIND e Fondazione Triulza hanno l’ambizione di lanciare un laboratorio per sperimentare un nuovo modo di fare innovazione, avviando lo sviluppo di un grande processo culturale. Il Social Innovation Campus promosso dalla Social Innovation Academy di Fondazione Triulza sarà l’appuntamento internazionale sull’innovazione sociale e le tecnologie inclusive e sostenibili, un momento educativo dedicato ai giovani con il coinvolgimento del Terzo Settore e di tutti gli stakeholders interessati a realizzare questo progetto.
L’innovazione sociale è in piena trasformazione, la novità è che sta diventando un imperativo anche per chi fa finanza e impresa tradizionale, si è infatti avviata una sempre maggiore contaminazione tra profit e non profit. Il presidio culturale con tutti questi mondi è importante, bisogna veicolare un dialogo con partenariati pubblici e privati per creare le condizioni abilitanti che favoriscano la nascita di un ecosistema d’innovazione, per sperimentare meccanismi di trasferimento tecnologico verso forme sociali e social tech. Un’alleanza tra la ricerca scientifica e tecnologica con le comunità e i territori, dove a fare da connettore ci sia l’impresa ad impatto sociale.
La tecnologia può contribuire allo sviluppo di nuovi modelli di intervento sociale?
Le imprese social-tech sono state definite come imprese sociali connotate dall’utilizzo di tecnologia per risolvere sfide e problemi sociali. Esiste una nuova generazione di innovatori, imprese ed investitori finanziari che utilizzano le opportunità tecnologiche, coniugando la capacità di produrre intenzionalmente impatti sociali positivi con la sostenibilità e la redditività economica e finanziaria delle loro iniziative imprenditoriali. Queste opportunità tecnologiche, anche economiche o semplici da usare, sono destinate a innovare i processi innescati per rispondere ai problemi sociali, consentendo la scalabilità dei modelli imprenditoriali che realizzano gli interventi e ampliando i numeri dei beneficiari da raggiungere.
Il binomio tra innovazione e sostenibilità si fa sempre più stretto: quale ruolo possono giocare le imprese?
La densità e la polarizzazione della conoscenza hanno reso molte aree del Paese, non solo aree interne, rurali o svantaggiate, ma anche città medie e grandi, totalmente prive di industrie knowledge-intensive. Per questa ragione, in questi pezzi di Paese, la possibilità di utilizzare l’industria e le imprese tradizionali come meccanismo di trasferimento e restituzione alla società, al territorio e alle comunità, del valore della
conoscenza e dell’innovazione, ad esempio sotto forma di salari e occupazione, è improbabile. L’ipotesi politica è quella di inaugurare una nuova stagione di politiche industriali e di sviluppo locale, innescate dalla convergenza tra opportunità tecnologiche e imprenditorialità capace di perseguire intenzionalmente obiettivi di rendimento economico ed impatto sociale.
Programma e iscrizioni tappa Salone MIND
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